L’organizzazione KE – Knowledge Exchange, che riunisce Olanda, Danimarca, UK, Germania, Finlandia sulle tematiche legate ai servizi tecnologici nell’ambito dell’università, ha affidato a Research Consulting uno studio per analizzare i rapporti e l’interdipendenza tra le politiche OA e i servizi a supporto dell’OA non commerciali nei paesi aderenti a KE. I servizi sono: i software OA per gestire i repository (DSpace, Eprint, Arxiv, Zenodo, Fedora, Europe PubMed Central), i sistemi di indicizzazione e abstracting (DOAJ, PUBMED, DOB, OpenAIRE), i search engine quali BASE, i sistemi di gestione di identificatori persistenti (ORCID, FundREF, DOI, ISO) , i servizi quali SHERPA-ROMEO e JULIET, le piattaforme per le riviste OA come OJS, servizi per raccogliere dati sulle APC Fee come QUOAM, e quelli sul monitoraggio come IRUS-UK e ROBOT).
Il report dal titolo Putting down roots: Securing the future of open access policies delinea un piano di azioni relativamente a
- adozione di una governance costituita dai finanziatori della ricerca e dai decisori politici che promuova l’uso degli identificatori (vedi ORCID, FundREF),
- garanzia di un impegno nel sostenere finanziariamente questi servizi
- creazione di un’infrastruttura dei repository OA pienamente interoperabile, basata su nodi centrali in sinergia con OpenAIRE e COAR.
Al medesimo tempo si sottolinea l’importanza di investire in modo strategico nei servizi OA per creare un’infrastruttura OA coerente, efficiente, integrata che soddisfi le esigenze di tutti i soggetti interessati (ricercatori, istituzioni che finanziano la ricerca, biblioteche, editori e altri provider di informazioni e/o di servizi).
Ai fini della elaborazione del report sono stati utilizzati: la letteratura esistente sull’implementazione delle policy OA e sull’uso dei servizi OA, l’analisi delle policy OA esistenti nei paesi aderenti a KE e quella dell’EC, la consultazione tramite interviste a 25 esperti e portatori di interesse provenienti dal mondo accademico e della ricerca e a fornitori di servizi.
Essendo stato commissionato da paesi i cui governi o enti finanziatori della ricerca sono impegnati sull’accesso aperto oramai da anni tramite strategie di implementazione e politiche di finanziamento, sicuramente i committenti si adopereranno per dare seguito al piano di azioni suggerito dal report.
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