L’AIB si è dichiarata a favore della direttiva europea sul copyright così come è stata concordata in un negoziato conclusosi con il voto contrario di Finlandia, Polonia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Italia, e ha invitato i membri italiani del parlamento europeo ad approvarne il testo, in quanto frutto di un “compromesso, nel significato più nobile che questo termine può avere in politica”, con una lettera aperta sottoscritta anche dall’Associazione Italiana Editori e dall’Associazione Italiana Librai.
Abbracciando la proposta di direttiva nella sua interezza, l’AIB si distingue in modo abbastanza netto sia dall’associazione bibliotecaria internazionale IFLA, sia dalle associazioni europee EBLIDA e LIBER. La prima, infatti, pur riconoscendo dei progressi a proposito di text and data mining, usi didattici e conservazione e impiego di opere non più disponibili commercialmente, ritiene che gli articoli 11 e 13, a dispetto delle eccezioni in essi previste, siano problemi ancora irrisolti:
While we await a final version of the agreed text, it appears clear that if the Directive is passed in its current form, Europe’s governments and representatives will be guilty of consolidating the power of major players and harming freedom of access to information.
EBLIDA ha prodotto una critica articolata al progetto di riforma europeo, illustrandone luci ed ombre, ed è fra le firmatarie di una lettera aperta sugli articoli 11 e 13 dal titolo EU copyright reform threatens Open Access and Open Science. Infine l’associazione delle biblioteche di ricerca europee LIBER, che pur apprezza gli avanzamenti in materia di usi liberi di testi sotto copyright per la ricerca e la conservazione documentale e invita a non gettare il bambino con l’acqua sporca, prende posizione esclusivamente a favore degli articoli dedicati a questi temi e lascia esplicitamente fuori i discussi articoli 11 e 13 (“link tax”, “upload filters”).
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