Premio per tesi sulla scienza aperta (bando 2025): esito

La commissione giudicatrice ha concluso la valutazione delle tesi concorrenti al bando di quest’anno.

Il premio non è stato assegnato.

Il verbale dei lavori della commissione, composta da Daniela Tafani, Paola Galimberti e Silvia Bello, con la consulenza esterna del prof. Maurizio Tirassa (Università di Torino), è visibile qui.

Questionario sulla didattica della Scienza Aperta

Il Gruppo di Studio AISA ha realizzato un questionario destinato agli Atenei italiani e agli Enti di ricerca, per una prima mappatura delle attività di didattica della scienza aperta esistenti.

La scienza aperta è entrata nel quadro della ricerca e dell’istruzione promuovendo la trasparenza, la riproducibilità e l’accesso equo alla conoscenza. Insegnare scienza aperta non significa solo adottare nuovi strumenti, ma anche coltivare una cultura di collaborazione, responsabilità e innovazione nel mondo accademico. 

Il link al questionario è stato inviato agli atenei e ai centri di ricerca italiani

I risultati sono visibili man mano che i questionari vengono inviati dal tasto “Résultats publics”. 

Per il questionario è stato utilizzato uno strumento non proprietario, Framasoft è un’organizzazione senza scopo di lucro attiva dal 2001.

 

l sostegno degli atenei e centri di ricerca rispetto alle pratiche della scienza aperta si è concretizzato negli ultimi 10-15 anni non solo nelle modalità di pubblicazione dei contributi scientifici, dei dati
della ricerca e nell’implementazione dei repositories, ma anche nella realizzazione di attività di formazione e informazione.

L’obiettivo di censire le attività formative, che percepiamo intense e variegate, rappresenta il primo passo per visualizzare l’esistente attraverso uno sguardo orizzontale e per costruire ulteriori percorsi in collaborazione.
Il lavoro non si pone quindi come punto di arrivo, ma vuole rappresentare l’inizio di una riflessione più ampia sul tema della didattica della scienza aperta e sulle sue prospettive.

 

Che si intende per “riviste predatorie”?

Forse la definizione corrente di “rivista predatoria”, eccessivamente specifica, cattura solo i predatori più piccoli. Se invece, più genericamente, per editori predatori si intendessero tutti quelli che antepongono l’interesse del denaro a quelli della scienza, ricadrebbero nella definizione anche predatori più grandi e pericolosi, vale a dire gli oligopolisti dell’editoria scientifica commerciale, come spiega Paola Galimberti, nostra socia, qui.

Del resto, se un oligopolista editoriale è commerciale e la valutazione della ricerca è incentrata sui contenitori invece che sui contenuti, per quale mai razionalità economica questi dovrebbe sforzarsi di essere “non predatorio”?

Iniziativa collettiva a sostegno della libera condivisione e diffusione della conoscenza

Invitiamo a sostenere e ad aderire all’iniziativa collettiva a sostegno della libera condivisione e diffusione della conoscenza, elaborata nel febbraio 2024 e promossa da: Creative Commons Capitolo italiano; Istituto di Informatica Giuridica e Sistemi Giudiziari, Consiglio Nazionale delle Ricerche – IGSG-CNR (Membro istituzionale di Creative Commons Capitolo italiano); Wikimedia Italia; AISA – Associazione italiana per la promozione della scienza aperta; Open Education Italia.

Informazione più dettagliate sono visibili qui.

Premio per tesi sulla scienza aperta: bando 2025

Anche quest’anno, in occasione del suo X convegno, l’Associazione italiana per la promozione della scienza aperta premierà le migliori tesi di dottorato e di specializzazione o di laurea magistrale dedicate alla scienza aperta e presentate negli anni 2023, 2024 e 2025.

Le indicazioni sulle modalità di partecipazione al concorso, il cui bando scade il 15 settembre 2025, sono consultabili a partire da questa pagina.

Appello dell’International Union of Scientists contro la guerra e la militarizzazione della scienza

Gli stessi strumenti nati dal progresso scientifico e tecnologico e simbolo dell’ingegno umano sono oggi sempre più asserviti alla guerra. Armi autonome, droni, sistemi guidati dall’intelligenza artificiale, missili a lungo raggio e arsenali nucleari sono diventati mezzi della guerra moderna, causando distruzione di massa. Questo minaccia, a breve termine, la vita di milioni di persone e, a lungo termine, gli ecosistemi planetari. Mai prima d’ora l’umanità ha avuto un potenziale di auto-annientamento così grande.

Come scienziati non possiamo rimanere in silenzio. La scienza non è moralmente neutra; esiste all’interno ed è inseparabile dalle realtà sociali e politiche del suo tempo. Rivendicare distacco significa ignorare le conseguenze del nostro lavoro. Oggi ci troviamo di fronte a una scelta morale ed etica chiara: la scienza può servire gli interessi della guerra, del potere e del profitto oppure può servire l’umanità, la pace e la giustizia. Noi scegliamo la seconda. Dobbiamo opporci alla militarizzazione del mondo accademico e della ricerca scientifica ed esigere che il lavoro della scienza sia fatto in modo etico.

L’appello di IUS Stand with Scientists Against War and Militarization of Science, di cui abbiamo tradotto la parte dedicata ai principi ispiratori, è visibile qui ed è aperto all’adesione di studiosi, associazioni e istituzioni di ricerca.

DDL Amorese: non bastano 20 anni di monopolio per le “fotografie semplici”?

Wikimedia Italia e Creative Commons Italia, insieme ad ANAI (Associazione Nazionale Archivistica Italiana), AIB (Associazione Italiana Biblioteche), ICOM Italia (International Council of Museums), SISSCO (Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea) e AISA (Associazione Italiana per la Promozione della Scienza Aperta) esprimono forte preoccupazione per la proposta di legge Amorese, attualmente in discussione presso la VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati, che mira ad estendere la durata del diritto d’autore sulle cosiddette “fotografie semplici” da 20 a 70 anni dopo la morte dell’autore.

Il 10 giugno scorso, Wikimedia Italia e Creative Commons Italia sono stati ascoltati in audizione alla Camera insieme a ANAI, AIB e ICOM Italia per rappresentare la posizione del mondo culturale e dell’open science rispetto a questa proposta. Tutti i soggetti auditi hanno espresso contrarietà al provvedimento, sottolineando i rischi per l’accessibilità e il riuso legale dei contenuti culturali digitali e per la tutela della memoria collettiva, posizione alla quale hanno aderito anche AISA e SISSCO.

Le Associazioni chiedono che la proposta venga ritirata per non ostacolare l’accesso alla conoscenza e alla ricerca, nonché il diritto all’informazione e la valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese, con un’ulteriore estensione di un monopolio intellettuale già tutelato per quanto concerne l’effettiva attività creativa. Tra le possibili conseguenze dell’approvazione della legge c’è infatti il rischio che qualsiasi futura iniziativa di digitalizzazione della documentazione fotografica da parte degli istituti culturali (biblioteche, musei e archivi) venga ritardata di circa mezzo secolo, con gravi ripercussioni sulla ricerca e sull’accessibilità digitale delle fonti.

“La modifica legislativa comporterebbe gravi limitazioni all’accesso e alla condivisione di immagini che documentano la storia, la società e la cultura italiana del Novecento. Si tratta di fotografie che, pur non essendo considerate opere creative, rivestono un ruolo cruciale nella documentazione storica e nella divulgazione culturale, anche attraverso piattaforme come Wikipedia e Wikimedia Commons”, dichiara Ferdinando Traversa, Presidente di Wikimedia Italia.

Ad oggi, sono oltre 80.000 le fotografie semplici disponibili su Wikimedia Commons. Immagini che illustrano circa 140.000 voci enciclopediche in tutte le lingue, con milioni di utenti che ogni mese accedono a tali risorse. Solo nel mese di maggio 2025, le fotografie semplici presenti su Wikipedia hanno generato oltre 260 milioni di visualizzazioni, contribuendo all’informazione e all’educazione di milioni di persone.
Questi utilizzi non arrecano danni economici agli autori, ma al contrario permettono alla fotografia di vivere una seconda vita, contribuendo alla diffusione della conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio collettivo.

Tra le immagini semplici figurano documenti storici insostituibili, come:

“Wikimedia Italia, insieme alle voci del mondo archivistico, bibliotecario e museale, chiede al Governo che questa proposta venga ripensata. L’estensione del diritto d’autore sulle fotografie semplici rischia di privare intere generazioni dell’accesso libero e legale alle immagini del passato recente. Non si tutela la cultura restringendo la circolazione delle immagini, ma favorendone la condivisione” – ha continuato Traversa.

“Nell’audizione alla Camera, abbiamo evidenziato come la proposta di legge, discostandosi dai principi generali del diritto d’autore, rischia di non tutelare i fotografi, ma al contrario, genera incertezza giuridica e finisce per danneggiare l’interesse collettivo”, chiosa la direttrice del Capitolo italiano di Creative Commons, Avv. Deborah De Angelis

Anche la Slovenia riconosce il diritto di ripubblicazione

Nella sessione del 23 maggio 2025 l’assemblea nazionale della repubblica slovena ha approvato una norma sul diritto di ripubblicazione allo scopo di garantire l’accesso e l’uso aperto di testi e dati della ricerca finanziata dal pubblico.

Anche la norma slovena prevede la nullità degli accordi contrattuali contrari.

La camera slovena ha deliberato di allineare il paese a un gruppo sempre più ampio di paesi europei in modo unanime, con un solo astenuto. Invece, nella scorsa legislatura, il parlamento italiano, dopo che la camera dei deputati aveva approvato una analoga riforma del diritto d’autore, l’ha fatta arenare al senato, in seguito a un cambio di maggioranza.

Software libero a scuola e all’università: lettera aperta di Angelo Raffaele Meo

AISA aderisce alla lettera aperta del professor Angelo Raffaele Meo, la quale non invita a produrre ulteriori atti normativi, ma semplicemente a far applicare quelli già esistenti. Sarebbe dunque sufficiente che i ministri competenti inviassero a rettori e dirigenti scolastici un’illustrazione “degli articoli 68 e 69 del ‘Codice dell’Amministrazione Digitale’ e delle ‘Linee guida su acquisizione e riuso di software per le pubbliche amministrazioni’ adottate da AgID con Determinazione n. 115 del 9 maggio 2019, eventualmente ricordando la possibilità di intervento della Corte dei Conti per danno erariale”.